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Lo stato garantisca il sistema bancario ma non le speculazioni

18 giu 2012
Lo stato garantisca il sistema bancario ma non le speculazioni
Lo stato garantisca il sistema bancario ma non le speculazioni
Non per mancare alla moda del periodo, ma il decreto salvabanche non piace per nulla neppure ad OSLA. Di critiche ne sono state fatte tante per cui giunge anche il momento delle riflessioni. Nessuno disconosce il ruolo che una banca ha nel tessuto sociale ed è proprio per questo che le banche andrebbero in primis salvate e poi magari accorpate. Quello che è successo in questi ultimi anni dovrà per forza avere una spiegazione. Innanzitutto, senza entrare nel merito delle condotte dei dirigenti bancari, di salvataggi non ne sono stati fatti. E perché? I Commissari straordinari non ne avevano il potere? Nessun acquirente si era presentato all’orizzonte? Strano perché questo succede anche nella vicina Repubblica Italiana, ma alla fine la banca viene sempre salvata. Da noi no. Lo Stato deve fare fronte agli impegni che la banca ha nei confronti dei depositanti per salvaguardare il sistema, rimettendoci solo soldi. Già in passato avevamo scritto che ad esempio il Credito Sammarinese (ammesso che non fosse cedibile sul mercato) andava nazionalizzato. Ora crediamo che questo vada ufficializzato con un decreto. Si nazionalizza la banca, la si rimette in bonis, si salvano clienti depositanti e posti di lavoro e poi la si rimette sul mercato o la si fonde con altro soggetto. Questo andrà fatto. E poi la politica deve smetterla con le sue meschinità. Commissariamenti e liquidazioni devono essere disposti dal Congresso di Stato (Carim ad esempio è stata commissariata con la firma di Tremonti). Lo si può fare subito visto che la legge del settore (la L.I.S.F.) viene continuamente rivista. Si devono capire le reali motivazioni del provvedimento e nessun può nascondersi dietro un dito. In tutte queste situazioni oltre ad essere doveroso che la Segreteria di Stato per le Finanze riferisca al popolo quanto sono costati fino ad ora i vari Commissari e liquidatori al lordo delle spese, dato che sono quasi tutti forestieri, crediamo inoltre che un’apposita Commissione Consigliare d’inchiesta o forse anche la Commissione Antimafia nostrana verifichi per intero il fenomeno delle crisi bancarie. Ci piacerebbe essere ascoltati.

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