'Un’esigenza irrinunciabile e non più rinviabile' - spiega sergio Sergio Michelotti - che nasce dalla necessità di aprire nuove possibilità di turismo, puntando anche sulle peculiarità di uno stato che ha tutte le carte in regola per diventare un polo congressuale. Ma per raggiungere questo obiettivo - prosegue il presidente del Consorzio 2000 - è necessario entrare in contatto con più realtà, quelle vicine e quelle distanti. Solo così si potrà attivare la catena di sinergie necessarie ed evitare nel contempo di danneggiarsi a vicenda. Lo stesso Convention Boreau di Rimini, che un anno fa siglò un patto con San Marino Conference, adotta questa strategia - sottolinea Michelotti - ossia organizza congressi in località distanti se non li può portare in territorio'. San Marino Conference ha quindi deciso di percorrere una strada nuova e per prima cosa ha cercato contatti con quello che potrebbe realisticamente diventare un partner privilegiato. L’ufficializzazione di questo progetto è prevista per la prossima primavera. Per quanto riguarda la sinergia stabilita, almeno sulla carta, da molteplici accordi con la riviera romagnola, il discorso è più complicato: 'Riscontri sul nostro territorio - sottolinea Michelotti - non ne abbiamo avuti molti, e quelli indiretti non sono quantificabili. D’altra parte, prosegue, è illogico pensare che gli albergatori riminesi organizzino congressi a San Marino, quindi non ci sono colpe o responsabilità da addebitare. La realtà è una sola: le sinergie e le aggregazioni vanno sviluppate in modo diverso e non basta un accordo. E anche il rapporto tra lo stato e il privato ha bisogno di nuove spinte, di cambiamenti, di strategie nuove: ci vorrà tempo per cambiare la realtà ma ci riusciremo, è un problema di sopravvivenza'.
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