E' un grido d'allarme quello che arriva dagli operatori turistici: nell'estate segnata dalla pandemia, il numero di dipendenti a rischio va dai 350 ai 400 a causa del calo del giro d'affari. 35 sono le aziende in crisi, tra hotel e ristoranti. Per questo, Usot e Federalberghi hanno incontrato i Segretari di Stato al Turismo e al Lavoro, Pedini Amati e Lonfernini, per avanzare una serie di richieste.
Gli addetti ai lavori chiedono un credito d'imposta del 25% della perdita del fatturato tra marzo e giugno, l'uso del part-time anche per i frontalieri e l'abbattimento per due anni dell'80% dei contributi sui dipendenti. Le istanze, si prevede, saranno discusse in Congresso domani. Chiesta anche una svolta sul progetto per il "polo del benessere" con la riqualificazione dei parcheggi 6 e 7 e, sottolinea Federalberghi, di ridurre i salari della pubblica amministrazione a favore del settore. La proposta è togliere “poche decine dei euro” a ciascuno per sostenere i 400 lavoratori del turismo.
Sempre sul fronte economico, interviene Anis secondo cui bisogna velocizzare una riforma del sistema per un migliore accesso al credito e per attrarre nuovi capitali. E' importante, per gli industriali, proseguire nel dialogo con l'Ue, anche per accedere ai canali finanziari istituzionali, e fare le riforme strutturali. Il Fondo straordinario a sostegno del rilancio è “ancora laconicamente vuoto”, prosegue Anis che ora guarda al "tavolo per lo sviluppo" aperto dal Governo.
Nel servizio, l'intervista a Riccardo Vannucci (presidente Federalberghi)