Centro storico a parte, le aziende associate all’Usot non hanno vissuto una stagione travolgente: alcune strutture hanno perso fino al 20% di fatturato. “La flessione è costante ogni anno – rileva Stefano Raggi, Consorzio San Marino 2000 – perché è venuto meno il turismo commerciale e business. E’ l’effetto black list e scudo fiscale”. Alcune manifestazioni funzionano: vedi Rally Legend, che ha portato moltissima gente, o gli Internazionali di tennis. Altri meno, sarebbe quasi meglio non ripeterli, sottolineano gli operatori: è il caso di San Marino in love, molto al di sotto delle aspettative. “Il nostro progetto è a due velocità – spiega Paolo Rossi – a breve termine e a lungo termine: nel primo caso si tratta di valorizzare i progetti che ci sono già, come il patrimonio dell’Unesco, il turismo universitario, l’enogastronomico. A lungo termine i progetti più ambiziosi, l’aviosuperficie di Torraccia, la viabilità, con alternative valide alla superstrada ormai congestionata, il turismo congressuale oggi in ribasso, e soprattutto una sala da poker aperta 365 giorni all’anno”. Raggi chiude con un amaro sfogo: “Chiediamoci una buona volta cos’abbiamo da offrire ai turisti: l’aria salubre, il panorama splendido? Perché qui non riusciamo mai a creare nulla, vedi beauty farm, centri termali. Quali sono gli ostacoli? Qui rischiamo di chiudere, c’è poco da girarci attorno. E la colpa è dello Stato, che non riesce nemmeno a realizzare bagni pubblici decenti in centro storico, figuriamoci il resto”. Nel video l'intervista a Paolo Rossi (Presidente Usot)
Francesca Biliotti
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