16 dipendenti, un utile annuo intorno ai 65.000 euro, nel 2005 1 milione e mezzo di litri di latte crudo raccolti. Questa, in numeri, la Centrale del Latte di San Marino: l’azienda pubblica che detiene il monopolio della vendita del prodotto e che fissa i prezzi per qualunque altra marca. Per non lasciare questa realtà economica in uno stato di perenne incertezza, per permettere di compiere programmazioni ed investimenti, l’Esecutivo – mesi fa - ha deciso di cedere la gestione a privati, ma fissando alcuni paletti. Innanzitutto ; l’area su cui sorge lo stabilimento non verrà ceduta ma data in uso per 30 anni, previsto inoltre l’impegno a realizzare un nuovo stabilimento o a ristrutturare quello esistente. Queste le condizioni contenute nella delibera del Congresso. Una dozzina – inizialmente - le società interessate all’acquisto; poi un’apposita delegazione dell’Esecutivo, è stata incaricata di verificare le candidature più solide, chiedendo la presentazione di un piano aziendale entro il 31 agosto. Richiesta soddisfatta – pare – da 4 aziende private: tra queste vi sarebbero la Titancoop di Valdragone e il C’è di Fiorentino. La decisione finale del Governo è attesa entro l’anno. Decisione attesa con interesse anche dai titolari dei 6 allevamenti sammarinesi produttori di latte, dai quali attinge la Centrale. Lo scorso anno l’utile dell’azienda fu di soli 4000 euro, a causa dell’elevatissima produzione: superiore al consumo in territorio. In questi casi la Centrale era comunque costretta ad acquistare il prodotto. Un obbligo che rimarrà anche a privatizzazione avvenuta?
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