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27 dicembre 1944: nasce il qualunquismo di Giannini

27 dic 2018
Guglielmo Giannini
Guglielmo Giannini
Nel dibattito politico moderno si sente spesso parlare di qualunquismo, ma per risalire alle origini del termine bisogna andare indietro a 74 anni fa.

Guglielmo Giannini, un commediografo di Pozzuoli, si presentò all'Italia come l'"uomo qualunque", incapace di credere a niente e nessuno. L'Italia era ancora ferita dalla drammatica guerra di resistenza al nazifascismo tanto che, quello di Giannini, divenne un vero e proprio partito che si ergeva come portavoce del malcontento generale.

Nella rivista, chiamata per l'appunto, "L'Uomo Qualunque" si predicava l'idea che i politici fossero tutti uguali e capaci di difendere solo i propri interessi. Secondo Giannini il paese avesse bisogno di buoni amministratori al posto di quelli che venivano chiamati "sfruttatori" e "vociatori". Nelle sue invettive era forte era il ricorso alla satira, all'insulto e allo svilimento degli avversari.

Dopo due anni, nel 1946, l'Uomo Qualunque riuscì a far eleggere 30 deputati in Assemblea Costitutente, ma si avviò rapidamente verso il declino. Pesò la mancanza di una struttura interna, il potere decisionale interamente nelle mani di Giannini e la mancanza di un programma politico. A nulla servì la ricerca di alleanze con tutti i partiti esistenti (dal PCI al MSI, passando per la DC), il partito chiuse nel 1949.

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