Il sindaco di Rimini, città in cui nel mese di maggio si è tenuta l'Adunata degli Alpini che tanto ha fatto discutere per le molte segnalazioni di molestie verso le donne, non ci sta, ora che l'unica denuncia formale è stata archiviata, a chiedere le scuse di chi se l'è presa con le penne nere. "Abbiamo assistito a tanto rumore e a troppo rumore, con il risultato di schiacciare ogni possibilità di dialogo serio", commenta il primo cittadino sui social.
"La questione vera non è la ovvia, prevedibile vendetta politica del 'chiedete scusa'" - dice - "rivolto a quelle associazioni che avevano sollevato con fragore il 'caso Rimini', ma piuttosto quanto questo abbia contribuito e contribuisca ad accrescere la sensibilità, la cultura e l'ecologia di un dibattito pubblico e politico più attento e rispettoso - prosegue - nei confronti delle donne e del genere".
Il primo cittadino se la prende sia con chi pretende le scuse, sia con chi in un primo tempo ha fatto di tutta l'erba un fascio, parlando di "calderone mediatico" e di "spettacolarizzazione" che è arrivata a colpevolizzare, "anche per una evidente intenzione anti militarista, tutto il corpo degli alpini senza alcuna distinzione". Per Sadegholvaad è "necessario un impegno quotidiano e non sporadico a favore delle donne vittime di violenze inaccettabili, tanto più necessaria alla luce dei tragici fatti che anche nella nostra città hanno avuto donne come vittime". E aggiunge: "Difenderò sempre tutte quelle istituzioni, quelle associazioni, quei gruppi, quei singoli che portano quotidianamente avanti quell'impegno".