Il gruppo di italiani coinvolto nell'attentato di ieri sera a Tel Aviv, in cui è stato ucciso il 35enne Alessandro Parini, rientrerà oggi in Italia. Sono usciti di casa con un zaino, qualche busta e dei fiori in mano, i genitori del 35 enne rimasto ucciso. Arrivati in casa del figlio in tarda mattinata, con le lacrime agli occhi, entrando hanno ripetuto: "Siamo i genitori. Non ce la facciamo proprio" a parlare.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso la sua esecrazione per il vile atto terroristico, rivolgendo ai familiari e amici della vittima i sentimenti di cordoglio e di vicinanza della Repubblica e suoi personali. "Profondo cordoglio" e "vicinanza alle famiglie" colpite dal "vile attentato" sono stati espressi dalla Meloni.
La procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine per l'attentato terroristico. I pm del gruppo antiterrorismo della Capitale, coordinati dall'aggiunto Michele Prestipino, hanno ricevuto una prima informativa da Ros e Digos: si procede per omicidio, attentato con finalità di terrorismo e lesioni.
"Abbiamo sentito il rumore dell'auto che ci passava accanto, poi gli spari e ci siamo dispersi. Quando siamo tornati indietro abbiamo visto Alessandro steso in terra nel sangue", dopo essere stato investito dalla macchina. Questo il racconto di uno dei giovani italiani che faceva parte del gruppo dei turisti coinvolti nell'attentato di ieri sera a Tel Aviv - perpetrato da un arabo israeliano - che ha ucciso Alessandro Parini. "Eravamo appena arrivati in città e - ha continuato - stavamo andando a raggiungere l'altra metà della comitiva in un ristorante di Giaffa".