E' durato tre ore l'incontro tra il governo, presente anche la presidente del Consiglio, e i sindacati sulla manovra di bilancio. “Puntiamo alla crescita, non a ottenere voti”, ha esordito Meloni, che insiste sul cambio di passo rispetto al passato, “quando si è preferito adottare – ha detto – misure più utili a raccogliere consenso nell'immediato che a gettare le basi per una crescita duratura, scaricando il costo di quelle misure su chi sarebbe venuto dopo”, ha aggiunto, riferendosi naturalmente al superbonus. L'incontro però non era iniziato sotto i migliori auspici, il leader Cgil Landini le ha regalato “L'uomo in rivolta”, libro di Camus, per ribadire che non retrocede dalla sua idea di rivolta sociale, “quando in passato si sostenevano le banche però nessuno la invocava”, ha risposto la presidente, e Bombardieri, Uil, le ha regalato una calcolatrice per i calcoli sbagliati sulla sanità.
Un clima non idilliaco, proprio quando Meloni e gli altri leader del centrodestra saranno a Bologna per la campagna elettorale, città dove sabato si sono verificati scontri tra estrema destra e centri sociali e polizia. Il sindaco Lepore ha lamentato l'arrivo di 300 camicie nere, cosa che ha lasciato “stupefatto” il ministro dell'Interno Piantedosi “grave insinuare interventi da Roma” ha detto. Il sindacato della polizia lamenta a sua volta che Casapound stesse dando ordini agli agenti. Interviene poi il presidente del Senato La Russa, che dalle pagine del Corriere chiede alla sinistra di “recidere il cordone ombelicale con certe compagnie”, ma il senatore del Pd Misiani gli risponde per le rime: “Che lo dica il presidente del Senato, uno che a casa sua custodisce orgogliosamente un busto di Mussolini, francamente fa ridere, per non piangere”.