Tensione, manganellate di polizia e carabinieri e lancio di oggetti da parte dei manifestanti in via della Fiera a Bologna, nei pressi della sede Rai regionale dove, nel tardo pomeriggio di ieri, era in corso la manifestazione dei Giovani palestinesi.
La prima fila del presidio si è avvicinata agli agenti schierati, sono partite manganellate e colpi di scudo, e lancio di oggetti e petardi dalle retrovie del gruppo. La tensione si è alzata dopo che i manifestanti hanno detto che la Rai non aveva dato garanzia di non leggere tutto il documento proposto: i manifestanti si sono avvicinati e sono stati respinti con manganelli e scudi. Terminato il presidio, i manifestanti sono poi partiti in corteo verso piazza dell'Unità.
Sotto accusa, soprattutto, la lettera di piena solidarietà a Israele scritta dall’Ad di Rai 1 Roberto Sergio e letta in diretta nazionale da Mara Venier dopo la richiesta di “Stop al Genocidio” pronunciata dal cantante Ghali a Sanremo. “L’ascesa al potere del governo Meloni ha portato a un cambio direzionale dei vertici della Tv nazionale, apparato già da sempre inquinato e asservito al potere”, scrivono i “Giovani palestinesi” su Instagram.
“Le parole di “solidarietà al popolo di Israele ed alla comunità ebraica” arrivata in maniera “sentita e convinta” dai vertici Rai in diretta nazionale – continua il post – sono uno schiaffo morale e politico verso tutti e tutte noi. In tre mesi ci sono più di 28 mila palestinesi ammazzati da Isr4ele, più di centomila feriti. Sfollati, prigionieri umiliati, giornalisti massacrati. Ciò che sta accadendo a Rafah, rifugio di 1.4 milioni di palestinesi è sotto gli occhi di tutti”.
In un comunicato i manifestanti chiedono le dimissioni dell'amministratore delegato, Roberto Sergio, e criticano la linea editoriale della Rai - scrivono - schiacciata su una narrazione filo israeliana che tace su 28 mila morti palestinesi: “Chiediamo le dimissioni dell'ad, Roberto Sergio, e la fine della censura. Pretendiamo - concludono - una informazione completa e priva di condizionamenti”.
"La libertà di espressione e di manifestazione è un diritto costituzionale insopprimibile, anche quando divide o dà fastidio. La violenza invece non è mai accettabile". Lo si legge in una nota del Cdr della Tgr Emilia-Romagna, che dopo la manifestazione fuori dai cancelli della sede regionale, "deplora ogni espressione violenta, ribadendo la correttezza e l'imparzialità delle giornaliste e dei giornalisti della Tgr Rai dell'Emilia Romagna nel quotidiano impegno lavorativo".