È più di un grido d'aiuto quello che, negli ultimi giorni, stanno lanciando gli imprenditori. Bar, ristoranti, alberghi, negozi stanno facendo letteralmente i conti col caro energia, che già incideva pesantemente sul bilancio degli esercizi. “Se per esempio nel 2020 e 2021 un bar spendeva in media 6.700 euro per le bollette di luce e gas. Nei prossimi 12 mesi, ipotizzando che gli aumenti attuali restino costanti, dovrà tirarne fuori 14.740 euro”, afferma Fabrizio Vagnini, presidente di Confesercenti Rimini. Quindi un aumento del 120 percento e un'incidenza sui ricavi che passa dal 4,9 a quasi l'11 percento. E si attendono nuove misure del governo, visto che fra settembre e ottobre scadranno gli interventi di sostegno finora adottati, “altrimenti in autunno rischiamo il collasso”, rimarca Vagnini. “È impossibile gestire aumenti di costi così rilevanti, cui si aggiungono anche quelli delle materie prime alimentari”, aggiunge, considerando anche che, riducendosi i budget familiari, stanno crollando anche i consumi. Confesercenti propone “di estendere subito anche alle piccole imprese il credito d'imposta per l'energia elettrica e di prorogare gli interventi almeno fino al 31 dicembre 2022”, oltre a favorire gli investimenti di chi può rendersi autonomo attraverso la produzione di energia pulita. “Il rischio grosso – commenta Patrizia Rinaldis, presidente degli albergatori riminesi al Corriere Romagna – è che a settembre qualche struttura ricettiva, davanti a prenotazioni in calo - perché di questo passo saranno pochi quelli che potranno ancora permettersi una vacanza in Riviera - chiuda anticipatamente l'attività. Senza sapere se potrà più riaprirla”.