Resta in carcere il buttafuori che nella notte tra sabato e domenica scorsa ha picchiato il Vigile del Fuoco di 34 anni, Giuseppe Tucci, poi deceduto. Klajdi Mjeshtri, 28 anni, di origine albanese questa mattina in carcere è stato interrogato dal Gip Raffaella Ceccarelli, alla presenza dell'avvocato difensore Giulio Maione. Mjeshtri è in carcere da domenica sera, da quando cioè il pompiere era stato dichiarato in stato di morte cerebrale.
Il Gip Ceccarelli, su richiesta del sostituto procuratore Davide Ercolani, lunedì pomeriggio successivamente alla dichiarazione di avvenuto decesso di Tucci, ha quindi emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario a carico di Mjeshtri che definisce "soggetto altamente pericoloso", con un procedimento di polizia alle spalle per un fatto analogo in un locale dove "faceva il buttafuori nonostante non avesse il tesserino". Il giudice definisce Mjeshtri una persona senza capacità di autocontrollo che la sera del pestaggio di Tucci agì con "strenua crudeltà".
Durante l'interrogatorio di questa mattina, il buttafuori ha fornito la sua versione dei fatti raccontando al giudice di aver colpito Tucci non 50 volte come ipotizzato da Squadra Mobile e Procura, ma tre volte al capo e un paio al tronco. Secondo quanto sostenuto da Mjeshtri inoltre il pompiere lo aveva fortemente provocato infastidendo la fidanzata e poi con minacce ed insulti. Dopo i fatti, inoltre, ha raccontato di non essere scappato ma di essere rimasto sul posto ad attende il 118 e di essere andato in Ospedale ad accertarsi delle condizioni di Tucci.
Circostanze queste che non convincono il Gip che ha respinto l'istanza della difesa dei domiciliari. Secondo il giudice al momento non vi sono evidenze tali da ritenere che la "volontà di uccidere fosse nulla", così come non è sostenibile il tentativo dell'indagato di "rifugiarsi dietro ad una reazione legittima". La difesa di Mjeshtri, l'avvocato Maione ha annunciato il ricorso al Tribunale della Libertà.