Per la Federazione autonoma bancari italiani “è una bomba che sta per esplodere”. Stiamo parlando della questione npl che tocca non solo gli istituti di credito, ma anche famiglie e imprese italiane. La denuncia arriva dal segretario generale dell'organizzazione, Lando Maria Sileoni, che parla di 123 miliardi di euro di sofferenze e crediti deteriorati finiti sul mercato del recupero crediti tra il 2015 e il 2018. Si tratta di clienti bancari “ceduti” dalle banche a società specializzate nella materia che, afferma Sileoni, “operano frequentemente con modalità spregiudicate”.
Il rischio usura annunciato dalla Fabi è legato alla velocità con cui agiscono tali società per i recuperi: i titolari delle sofferenze potrebbero rimanere “strozzati” con il pericolo “di finire per disperazione – dice ancora Sileoni - nelle mani degli usurai e della criminalità organizzata”. Il 61% dei soggetti coinvolti è esposta per somme che oscillano dai 250 ai 30mila euro e il nord-ovest è l'area più interessata dalla questione con il 33% degli npl. Il Segretario della Federazione chiede allora al Governo italiano un intervento urgente con una norma dedicata per tutelare piccole imprese e famiglie.