Dopo 40 anni di sviluppo ininterrotto, “abbiamo capito che la crescita continua non esiste” queste le dichiarazioni dell'ufficio statistico della Camera di Commercio della Romagna.
Lo scenario di fine anno è contrassegnato da un’economia globale più debole rispetto alle aspettative espresse ad inizio anno dagli organismi di previsione internazionali.
Una Romagna che quindi resiste di fronte a un Paese in difficoltà.
I dati di preconsuntivo 2018 evidenziano nella Provincia di Rimini una sostanziale stabilità del tessuto produttivo in termini di numerosità delle imprese e delle localizzazioni, una imprenditorialità che si conferma molto diffusa e un buon livello della produzione industriale.
Incoraggiante la crescita delle start-up innovative.
Dato positivo, il commercio con l'estero, trainato dai prodotti in metallo, dai macchinari e dai prodotti alimentari; meno brillante il settore dell'abbigliamento.
Dopo un 2017 eccezionale sul fronte alloggi e ristorazione, il 2018 è riuscito a mantenere tale andamento. Meno positivi però i margini di redditività e il volume di affari, che non sono andati di pari passo con gli arrivi totali e le presenze complessive, aumentate negli ultimi 12 mesi.
Tra le note negative vanno sottolineate le difficoltà del commercio al dettaglio, soprattutto negli esercizi della piccola e media distribuzione, il livello ancora alto della disoccupazione e l’elevata incidenza delle sofferenze bancarie. In crescita, invece, i prestiti alle imprese.
Da sottolineare inoltre diffusi problemi di redditività in tutti i comparti e polarizzazione delle performance tra le imprese e tra i settori.
Continua il rallentamento però anche nelle prospettive del 2019. Romagna che si mantiene comunque in un'area ben distante dalla media italiana, le cui stime sul PIL delineano un quadro nel quale la ripresa ha perso slancio.
Regione e di conseguenza provincia che inevitabilmente risente, quindi, del livello medio di incertezza generale.
Silvia Sacchi
Lo scenario di fine anno è contrassegnato da un’economia globale più debole rispetto alle aspettative espresse ad inizio anno dagli organismi di previsione internazionali.
Una Romagna che quindi resiste di fronte a un Paese in difficoltà.
I dati di preconsuntivo 2018 evidenziano nella Provincia di Rimini una sostanziale stabilità del tessuto produttivo in termini di numerosità delle imprese e delle localizzazioni, una imprenditorialità che si conferma molto diffusa e un buon livello della produzione industriale.
Incoraggiante la crescita delle start-up innovative.
Dato positivo, il commercio con l'estero, trainato dai prodotti in metallo, dai macchinari e dai prodotti alimentari; meno brillante il settore dell'abbigliamento.
Dopo un 2017 eccezionale sul fronte alloggi e ristorazione, il 2018 è riuscito a mantenere tale andamento. Meno positivi però i margini di redditività e il volume di affari, che non sono andati di pari passo con gli arrivi totali e le presenze complessive, aumentate negli ultimi 12 mesi.
Tra le note negative vanno sottolineate le difficoltà del commercio al dettaglio, soprattutto negli esercizi della piccola e media distribuzione, il livello ancora alto della disoccupazione e l’elevata incidenza delle sofferenze bancarie. In crescita, invece, i prestiti alle imprese.
Da sottolineare inoltre diffusi problemi di redditività in tutti i comparti e polarizzazione delle performance tra le imprese e tra i settori.
Continua il rallentamento però anche nelle prospettive del 2019. Romagna che si mantiene comunque in un'area ben distante dalla media italiana, le cui stime sul PIL delineano un quadro nel quale la ripresa ha perso slancio.
Regione e di conseguenza provincia che inevitabilmente risente, quindi, del livello medio di incertezza generale.
Silvia Sacchi
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