L'istanza di autorizzazione è stata presentata alla Regione Toscana; prevede l’edificazione di un impianto eolico, denominato "Badia del vento" - formato da sette turbine alte 180 metri, con rotori di diametro pari a 136 metri inseriti su mozzo alto 112 metri - nel comune di Badia Tedalda, in provincia di Arezzo, al confine con la Regione Emilia-Romagna. Ed è proprio questa contiguità, soprattutto coi comuni di Casteldelci (nel riminese) e Verghereto (nel cesenate), a permettere alla Regione di dire la sua.
Durante il question time in consiglio regionale Nadia Rossi del Pd ha chiesto alla giunta "cosa fare a tutela dei territori per contrastare le conseguenze negative di carattere paesaggistico, turistico, ambientale e culturale che potrebbero derivare dalla realizzazione dell’impianto eolico?". La consigliera ha poi sottolineato che a sette chilometri dall’impianto “risultano essere presenti beni sottoposti a tutela, tra cui l’eremo di Sant’Alberico e la chiesa di Santa Maria Assunta delle Balze, che insieme al paesaggio del Montefeltro e pure alla riserva naturale del Sasso Simone e Simoncello potrebbero subire una trasformazione particolarmente impattante".
La risposta al quesito è arrivata dalla vicepresidente della giunta regionale Irene Priolo, che ha spiegato che il procedimento è tuttora sospeso. "Con tutta probabilità, il parere della Regione sul provvedimento sarà negativo, in quanto sono evidenti diverse criticità per il territorio in particolare sotto il profilo paesistico sottoposto a vincolo di tutela nel nostro Piano territoriale regionale". Nadia Rossi ha poi chiesto “l’avvio di un percorso con la Regione Toscana al fine di definire un’intesa per la tutela paesaggistica dei due territori confinanti”.
Ma visto il parere positivo del comune di Badia Tedalda e del suo sindaco Alberto Santucci, è facile prevedere uno scontro istituzionale tra comuni e regioni. Fra le ragioni del sì – aveva scritto Santucci -, “la produzione di circa 30 megawatt di energia pulita di cui l’Italia ha tanto bisogno”; inoltre le pale eoliche saranno installate – ha aggiunto – in una zona dove "c’è effettivamente tanto vento costante e che da oltre dieci anni è oggetto di studi anemometrici che dimostrano la particolare intensità e costanza del vento". Il sindaco toscano nella lettera alla Regione sottolineava poi "l’importanza della creazione di un grande indotto socio-economico di durate pluriennale derivante dalla costruzione, gestione e manutenzione del parco eolico in zone montane marginali, spopolate ed economicamente depresse". Ultimo motivo è quello economico, legato alle misure compensative in favore dei comuni fino ad un massimo del 3% dei proventi derivanti dalla valorizzazione dell’energia elettrica prodotta annualmente dall’impianto.