A pochi giorni dal 15 ottobre, giorno dell'entrata in vigore dell'obbligo di green pass per tutti i lavoratori in Italia, i vaccini sono al centro del dibattito politico.
No del governo sul cambio dei tempi di validità del passaporto verde a chi esegue i tamponi che restano di 48 ore con test rapido e 72 con molecolare. Resta aperta la questione dei vaccinati con Sputnik, un siero non riconosciuto dall'Ema. Su quest'ultimo aspetto ci sono più ipotesi allo studio, una di queste è di effettuare una ulteriore dose addizionale con un vaccino a mRna in chi è vaccinato con sieri non riconosciuti dall'Ema.
Possibili novità, chiarisce il sottosegretario Andrea Costa, potrebbero arrivare soltanto nel 2022. "Sarà possibile rivedere ed eventualmente ridurre l'attuale applicazione del green pass con l'inizio del nuovo anno se i dati dell'epidemia di Covid-19 continueranno a mostrare un trend di miglioramento, ma una valutazione più precisa sarà fatta a dicembre in concomitanza con la scadenza dello stato di emergenza che auspichiamo possa avere termine" dice il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.
Una revisione del green pass "potrebbe significare mantenere l'attuale carta verde per alcune circostanze e non per altre. Mentre ora siamo di fronte ad una applicazione totale del green pass, si potrebbe passare ad una sua applicazione parziale". Dunque, "se l'andamento dell'epidemia di Covid-19 continuerà ad essere positivo, è ragionevole pensare che con l'anno nuovo ci potrà essere una revisione delle misure e anche del green pass, che potrà dunque essere ridotto nella sua applicazione". A tal fine, ha concluso, cruciale sarà proprio la valutazione dell'andamento epidemico che "dovrà essere fatta a fine anno. Davanti a noi, pertanto, abbiamo ancora due mesi che si dimostreranno decisivi".