La prima notizia politica di rilievo del 2025 è l'arresto dell'ex sindaco di Roma ed ex ministro Gianni Alemanno, portato in carcere nella notte di Capodanno per aver violato le regole sulla misura dei servizi sociali cui era sottoposto, dopo la condanna a un anno e dieci mesi per traffico di influenze illecite in uno dei filoni della maxi inchiesta “mondo di mezzo”, la stessa che coinvolse politici e l'ex Nar Massimo Carminati. Ma non è tutto, tra le prescrizioni non rispettate anche quella di aver incontrato un soggetto pregiudicato, l'ex avvocato Paolo Colosimo, condannato a 4 anni e mezzo nell'ambito del procedimento nato dall'inchiesta sul caso Fastweb. Su Alemanno sarebbe infatti in atto un'altra indagine per presunti reati fiscali.
Intanto nella maggioranza il ministro Salvini insiste per tornare al ministero dell'Interno. Nella sua diretta Facebook di fine anno ha detto “chissà un domani che non ci si ritorni a occupare anche di sicurezza in questo Paese”. Non è la prima volta che si sbilancia in questo senso da quando è stato assolto nel processo Open Arms. La presidente Meloni, che il 9 gennaio terrà la tradizionale conferenza stampa, assicurano i suoi, è allergica alla parola rimpasto. Conta anche di giocare un ruolo da protagonista nella mediazione tra Usa-Ue, e a Bruxelles spera di accelerare la definizione delle regole sui Paesi di origine sicuri, indispensabile per sbloccare la strategia dei rimpatri accelerati e del trasporto dei migranti nei centri in Albania, dopo una serie di sentenze nazionali che hanno rinviato la questione alla Corte di giustizia europea.
Tra i nodi da sciogliere nei prossimi mesi, la gestione delle tre riforme cardine del governo: premierato, autonomia differenziata e separazione delle carriere dei magistrati. Senza contare le solite tornate elettorali: si vota in Valle d'Aosta, Toscana, Marche, Campania e Puglia, previste fra agosto e novembre, e in Veneto, dove non è escluso uno slittamento alla primavera 2026, anche se c'è chi auspica un unico election day, il prossimo anno. Infine la nomina di Fabrizio Curcio a commissario all'alluvione al posto del generale Figliuolo, il presidente dell'Emilia-Romagna De Pascale ha accolto bene la notizia, “ora è possibile la svolta; spero nel varo di un pacchetto di norme per avere massima operatività”.