Misurare il benessere ecosostenibile in Emilia-Romagna, è questo l'obiettivo del Report BesT, presentato da Roberta Palmieri e Francesca Biancani, dell'ufficio territoriale Nord Est dell'Istat, a Bologna. Lo studio, elaborato per la prima volta per la regione, analizza oltre al benessere economico anche le aree della salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, relazioni sociali, politica e istituzioni sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione e qualità dei servizi, tenendo conto di 70 indicatori.
In generale, la città metropolitana di Bologna e le altre otto province dell'Emilia-Romagna hanno livelli di benessere relativo più alti rispetto alla media italiana e in linea con il Nord-Est. Nell'ultimo anno, inoltre, i livelli di benessere relativo più elevati si registrano a Bologna e a Parma. Le province più svantaggiate, invece, sono Rimini e Piacenza.
La regione supera anche la media europea per speranza di vita alla nascita e mortalità infantile, tasso di occupazione delle persone di 20-64 anni, partecipazione elettorale, propensione alla brevettazione. A livello nazionale l'Emilia-Romagna eccelle anche per la conciliazione tra lavoro e conciliazione dei tempi di vita, la salute e l'istruzione e formazione.
Pochi indicatori sono in controtendenza: fanalino di coda è quello legato al paesaggio e al patrimonio culturale (il 92,6% ricade in una classe bassa o medio bassa), l'ambiente e la sicurezza. Dato, quest'ultimo, che va interpretato alla luce della maggiore frequenza con cui vengono denunciati i reati rispetto ad altre parti d'Italia.