“L'Italia entra direttamente nell'agone normativo sul tema dell'Intelligenza Artificiale. Forse lo fa un po' troppo precipitosamente, non fosse altro perché c'è ancora in discussione e in via di redazione definitiva il regolamento Europeo sull'Intelligenza Artificiale. Diciamo che c'è questo primo stanziamento di un miliardo di euro, che dovrebbero transitare dalla Cassa Depositi e Prestiti – in realtà è denaro che era già disponibile precedentemente – che dovrebbe concentrarsi sugli investimenti nell'ambito dell'Intelligenza Artificiale. Forse, è un po' un pochino rispetto a quello che sono gli investimenti che vengono fatti, per esempio.
Oltreoceano, dove a quell'uno si aggiungono uno, ma talvolta anche due zeri. Considerando i ritardi che ha l'Europa, ma anche noi italiani, in materia di sviluppo dei cosiddetti modelli generalisti di Intelligenza Artificiale, potrebbero essere la classica goccia nell'Oceano. Detto questo, è interessante, probabilmente, la prima indicazione di sanzioni penali per coloro che dovessero utilizzare l'Intelligenza Artificiale per creare falsi, i cosiddetti deepfake. Insomma, un primo passo - ripeto - forse un po' precoce, perché a questo punto si poteva anche aspettare che ci fosse il regolamento europeo definitivo per essere garantiti sull'allineamento tra le due norme: trattandosi di regolamento, quando entra in vigore quello, qualsiasi nostra norma deve necessariamente o essere abrogata, o essere allineat"a.
In collegamento Zoom, l'esperto in cyber sicurezza Alessandro Curioni