Il commissario Arcuri ha firmato il contratto per l'app italiana del tracciamento del contagio da Covid-19. Si dovrebbe chiamare “Immuni” - indiscrezione da confermare – e sarà sviluppata da Bending Spoons assieme ad altre realtà come il centro medico Santagostino di Luca Foresti. L'app sarà "un pilastro importante nella gestione della fase successiva dell'emergenza", la sperimentazione avverrà in alcune Regioni pilota, poi verrà estesa", dichiara Arcuri
Sfrutterà una tecnologia già ampiamente collaudata, ossia il Bluetooth che, come noto, lavora su brevi distanze. Quasi come quella – viene affermato - che dovrebbe intercorrere tra le persone che seguono le norme da distanziamento sociale. Una volta attivata la app comincia a memorizzare i codici identificativi anonimi con cui entra in contatto. Se una persona risulta essere infettato dal Covid-19, l'operatore sanitario riceve il codice col quale può scaricare dal server centrale i dati della app del paziente ivi compresi i codici delle persone "incrociate" dall'infetto. Il server quindi calcola il "rischio" contagio in base a vicinanza e durata del contatto e di conseguenza genera le notifiche da inviare agli smartphone delle altre persone. Per motivi di privacy non è stata, per ora, inserita una geolocalizzazione con Gps. "I dati sulla posizione dei cittadini non sono necessari né consigliati ai fini del tracciamento del contagio", sottolinea Bruxelles, precisando che l'obiettivo delle app "non è seguire i movimenti delle persone o far rispettare le regole perché creerebbe rilevanti problemi di sicurezza e privacy".
"Speriamo in una massiccia adesione volontaria dei cittadini - ha sottolineato Arcuri - speriamo possano sopportare e supportare il sistema di tracciamento dei contatti, che ci servirà a capitalizzare l'esperienza della fase precedente ed evitare che il contagio si possa replicare". Ora la app passerà al vaglio della task force di Vittorio Colao.