“Volete fare a botte?”. Ha esordito così un gruppo di circa dieci ragazze prima di aggredire nove universitari a Milano, vicino ai Navigli. Calci, pugni e pezzi di vetro usati come arma. Questa è solo l'ultima notizia di cronaca che vede protagonista una baby gang, in questo caso al femminile. Ma il fenomeno sfiora ormai la quotidianità. Rabbia, frustrazione e disturbi sfociano in un'esplosione di violenza: declinata in bullismo, risse o rapine. Dunque, da cosa bisogna partire per arrivare a un vero cambiamento? Al lavoro per rispondere alla domanda è anche Piramis Onlus, nata nel 2014 per portare il suo aiuto ai bisognosi ma anche per sostenere molti progetti, tra cui quelli di educazione giovanile. "E' un lavoro educativo importante - afferma Daniele Cassioli, presidente onorario della Onlus -. Bisogna aprire spazi di dialogo, in modo che i ragazzi non siano sempre valutati dalla famiglia, dalla scuola o dallo sport, ma abbiano anche modo di parlare. Così da evitare il classico 'sembrava tranquillo, nessuno l'avrebbe mai detto'. Piramis si occupa di stare più vicino alle famiglie e ai ragazzi, a partire dall'attività nelle scuole". Andando a scavare, si cerca di individuare anche le responsabilità, per capire da chi deve partire il cambiamento. "La responsabilità è degli adulti, perché se i ragazzi sono così - continua Cassioli - è perché ricevono esempi o messaggi di questo tipo" .
Nel video l'intervista a Daniele Cassioli, presidente onorario Piramis onlus