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L'esperienza di governo gialloverde, in Italia, finisce oggi

Dopo 14 mesi il Presidente del Consiglio Conte rassegna le dimissioni

20 ago 2019
Matteo Salvini, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio (ansa)
Matteo Salvini, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio (ansa)

Con parole di piombo, pronunciate in una aula di Senato che sembrava più uno stadio con tifoserie contrapposte, così come le ha definite la stessa presidente Casellati, il Presidente del Consiglio Conte ha messo ufficialmente la parola fine all'esecutivo Lega Cinque Stelle. Il discorso, durato circa un'ora, è stato di fatto un attacco alla Lega e all'ormai ex alleato di governo, Matteo Salvini, definito un politico irresponsabile, opportunista e senza cultura costituzionale, colpevole di avere minato l'operato del governo.

Un j'accuse che parte dalla scelta grave di aprire la crisi di governo nonostante il rischio di ritrovarsi in esercizio finanziario provvisorio, arriva alle modalità comunicative con le quali è stata gestita aprendo capitoli di peso politico come la vicenda russa: ti sei rifiutato “di condividere con me le informazioni di cui eri a conoscenza" dice Conte, e Salvini che gli siede accanto commenta con smorfie ironiche, ma diventa esplicito e bacia il rosario quando il premier lo richiama anche sull'esibizione dei simboli religiosi. Impassibile Di Maio, con espressione a tratti sarcastica che per una volta facilita noi della tv, rispetto ai colleghi della carta stampata, nel raccontare i tratti surreali di questa questa crisi. Poi la conclusione del premier , che sembra più un programma di governo di un saluto, e l'ipotesi di un Conte bis rimane sullo sfondo del dibattito che apre Matteo Salvini. Il vicepremier risponde a tono, la crisi è colpa 'del partito dei no' dice, e torna sui cavalli di battaglia di sempre, In particolare vicepremier leghista ribadisce la "via maestra" del voto, ma è disposto ad arrivare insieme all'alleato 5S fino alla legge sui conti pubblici. Intorno il teatrino si ripete, la Presidente Casellati, ha faticato a tenere a bada i fischi, i cartelli e le proteste dei senatori. Cauta, ed a questo punto fondamentale per fare previsioni, la posizione del PD. L'ex Premier Matteo Renzi sembra aprire all'ipotesi di un governo di scopo “serve – ha detto- non perché noi ci vogliamo tornare ma perché l'aumento dell'Iva porta crisi dei consumi”.

La Lega in serata, riporta l'ansa, ha ritirato la mozione di sfiducia al Senato presentata a suo tempo nei confronti del governo Conte. 

Domani la direzione, per trovare la quadra. Stasera il premier da Mattarella per rassegnare le dimissioni. Ora la palla passa al Quirinale.



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