La tanto temuta fuga dagli atenei non c'è stata. L'emergenza sanitaria – con conseguenti difficoltà negli spostamenti – ed il trasferimento delle attività didattiche online non hanno influito sul numero delle iscrizioni delle matricole che, anzi, crescono del 6 per cento. A certificarlo – come riporta il Sole 24 Ore – è una rilevazione del ministero dell'Università, aggiornata a metà novembre. Un aumento inoltre più significativo al Sud (+6,6%). “Anche se sono dati provvisori – sottolinea il ministro Gaetano Manfredi al quotidiano – mi sembrano interessanti perché ci dicono, da un lato, che le misure volute dal governo sul diritto allo studio sono state strategiche e, dall'altro, che le famiglie hanno visto nell'iscriversi all'università il modo migliore per affrontare la crisi”.
L'intenzione dell'esecutivo è poi quella di rendere strutturali gli interventi su no tax area e tasse universitarie del decreto Rilancio. Obiettivo dichiarato: abbandonare il penultimo posto per numero di laureati che attanaglia l'Italia. E per questo occorrono trend di lungo periodo.
Sul fronte regionale, spiccano le performance di Umbria (+32,9%), Sicilia (+15%) e Veneto (+11,8%). Buone le prestazioni degli atenei emiliano-romagnoli con Bologna che segna una crescita superiore al 3 per cento, Ferrara cresce del 5,2 per cento, mentre Modena – Reggio Emilia segna un calo inferiore all'1 per cento. Bene anche Urbino con +8,7 per cento. Dati che - come evidenziato anche dal ministro Manfredi – sono comunque destinati a cambiare.