È stato lo stesso Michael Alessandrini, nel carcere di Pesaro, ad averlo detto al giudice per le indagini preliminari: oltre a Pierpaolo Panzieri, l’amico 27enne che ha ucciso con 15 coltellate il 21 febbraio scorso, il 30enne voleva uccidere altri due giovani, facendo nomi e cognomi. Il perchè? Erano “peccatori”, per cosa non si sa. E, come per Panzieri, ad ordinarglielo è stato Jahvé. Il suo scopo – racconta il Resto del Carlino – era quello ripulire la città dai “corrotti” per volontà divina.
Dopo l'omicidio, però, Alessandrini è fuggito in auto, come dimostrano anche i video delle telecamere dei negozi passate al setaccio dalla squadra mobile di Pesaro: è passato al casello autostradale 18 minuti dopo la mezzanotte fino a Zagabria, per poi prendere un taxi e infine un treno fino alla Romania, dov'è stato fermato. Con sé aveva sia l'arma del delitto – un coltello –, sia il telefono di Panzieri, con l'intento di farlo sbloccare per leggere la chat fra Pierpaolo e Julia, la ragazza che Alessandrini considerava, ma solo lui, la propria fidanzata.
I due giovani pesaresi che lui ha detto ai giudici di aver messo nel mirino potrebbero essere ascoltati dagli inquirenti per capire se abbiano avuto contatti con Alessandrini. È invece certo che fossero amici della vittima.