La bozza di accordo non è chiusa, manca ancora un testo legislativo aggiornato con i numeri frutto della trattativa, ma l’intenzione rimane comunque quella di arrivare a una intesa per la riunione dell’Ecofin dell’8 dicembre. La presidenza spagnola della Ue ha annunciato un nuovo Consiglio straordinario per la fine di novembre, per stringere il cerchio sul negoziato, ma il problema, ad oggi, è l’Italia.
Sarebbe Roma infatti a mettersi di trasverso su un accordo sulle nuove regole del Patto di Stabilità, che rientrerà in vigore - dopo la sospensione per le difficoltà economiche sostenute dagli stati nell’era Covid - nel 2024.
Il Ministero dell’Economia italiano fa trapelare che le nuove regole sarebbero peggiori, cioè più stringenti, di quelle vecchie. La norma del rapporto deficit Pil al 3% resterebbe, verrebbe anzi rafforzata con un aggiustamento strutturale dell’0,5% in caso di sforamento. Un rischio per Paesi come l’Italia, che hanno un debito record.
A spingere per il rigore sarebbe la Germania, per ragioni elettorali visto che si avvicinano le elezioni europee; grazie alla mediazione della Spagna all’Italia e ai Paesi meno rigoristi è stata offerta la proposta di spalmare i piani di aggiustamento da 4 a 7 anni, in modo da avere la possibilità di rinviare il rigore all’ultima parte del periodo. Poi c’è il capitolo degli investimenti, come quelli del Pnrr, che Roma vorrebbe scorporati dal calcolo delle spese, e quindi del debito.