Oltre al Dna sui vestiti di Pierina Paganelli, gli accertamenti degli esperti si stanno concentrando su un tablet che la 78enne uccisa a coltellate in via del Ciclamino, a Rimini, aveva con sé la sera del 3 ottobre 2023. La polizia scientifica, ricostruisce il Resto del Carlino, lo ritrovò all'interno della borsetta, assieme ad altri oggetti che sono ora tutti sotto la lente dei genetisti.
È probabile, secondo chi indaga, che il killer abbia ricomposto la scena del crimine, risistemando nella borsa della donna alcuni effetti personali - come penne, fazzoletti, portafoglio e, appunto, il dispositivo elettronico - che erano usciti durante l'accoltellamento. Secondo quanto riporta il quotidiano, proprio su schermo e custodia del tablet sarebbero state trovate macchie di sangue.
Tutti i reperti sono stati tamponati l'11 luglio scorso. L'obiettivo degli esperti è quello di capire se, tramite gli accertamenti irripetibili che il perito Emiliano Giardina sta effettuando nei laboratori dell'Università di Tor Vergata di Roma – svolti in sede di incidente probatorio - sia possibile isolare il profilo genetico dell'assassino.
Non è nemmeno da escludere, continua il Resto del Carlino, che il materiale possa essere ricondotto alla stessa Pierina oppure ad un profilo terzo, diverso da quello della vittima e dell’indagato. A quel punto l’eventuale profilo dovrà essere immesso nella banca dati nazionale della polizia di Stato, così come espressamente richiesto anche dal pool difensivo dell’indagato, composto dall’avvocato Riario Fabbri e dalla criminologa Roberta Bruzzone.
A oggi, l'unico indagato è Louis Dassilva, in carcere per effetto della misura cautelare emessa a suo carico il 16 luglio. Nel frattempo, si attende la decisione del tribunale del Riesame, chiamato ad esprimersi sull’istanza avanzata dal suo difensore.