Dopo i dubbi iniziali, dovuti alla distanza troppo ravvicinata alla costa, ora il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, rassicurato da una nuova disposizione degli aerogeneratori, chiede quanto prima il “sì” definitivo al parco eolico in mare. Nonostante il momento complicato, con un governo caduto in estate e con una campagna elettorale in corso – con annessa attesa della formazione di un nuovo esecutivo – il sindaco chiede di “tagliare tempi e procedure su tutto ciò che riguarda la produzione di energia da fonti naturali”. Perché la richiesta d'impatto ambientale di Energia Wind 2020, la società titolare del progetto del “parco eolico” al largo delle coste riminesi, è ferma da tempo – oltre tre mesi, riporta il Corriere Romagna – su un tavolo del ministero della Transizione ecologico in stato di “verifica amministrativa”. E la contingenza relativa alla crisi energetica non può che portare a richiedere “procedure semplificate e prioritarie”. Poi un suggerimento al nuovo governo affinché i territori che ospitano grandi hub energetici godano di compensazioni tariffarie: in pratica, bollette più basse per le province che producono energia pulita.
Ormai tutti i cosiddetti portatori d'interesse – Regione, provincia, comune, associazioni ambientaliste – si dicono dunque favorevoli al progetto che, dopo le modifiche, prevede la prima pala, quella più vicina alla riva davanti Cattolica, a oltre 9 miglia nautiche – più di 17 chilometri – dalla costa; le altre 50, da 6,5 megawatt, saranno tutte più lontane. Le ultime disteranno 18 miglia, quindi 33 chilometri. Un progetto da 330 megawatt con una produzione annua di 710 gigawattora, che dunque soddisferebbe oltre il 40 percento del fabbisogno energetico della provincia di Rimini, secondo le stime dei progettisti. E che incrementerebbe la produzione di energia rinnovabile della Regione dell'11 percento.