81,4 miliardi a fondo perduto, 127,4 andranno restituiti, ma a tassi molto bassi e a condizioni agevolate. Ma chi gestirà i soldi in arrivo da Bruxelles? L'Unione europea non si fida dell'Italia, per questo prevede di istituire una struttura apposita, una sorta di mini troika, per aiutare i Paesi che accedono al Recovery fund. E perché far si che i quasi 209 miliardi di euro prendano la strada verso Roma, si è garantita un controllo su tutte le attività definendo le priorità: economia 'verde' e digitale; politiche di coesione; clima; rafforzare la sanità e prevenire le crisi; più fondi alla protezione civile europea; ricerca scientifica; agricoltura.
Da parte sua l'Italia ha elaborato un cronoprogramma: Il Recovery Plan da presentare entro il 15 ottobre, il varo di una task force tecnica, l'assicurazione sul pieno coinvolgimento del Parlamento. Sono le novità che il premier Giuseppe Conte al tavolo del Comitato interministeriale per gli affari europei, con ministri ed enti locali. Proprio in settimana a Montecitorio si deciderà sullo strumento parlamentare, quello che avrà un ruolo nella gestione delle risorse: si va dalla Bicamerale, ma i tempi sarebbero stretti, alla commissione monocamerale, fino alla mozione e al voto in commissione Bilancio o in Assemblea. Conte al tavolo del Ciae annuncia che si lavorerà anche ad agosto. Intanto si è riunito il Comitato tecnico di valutazione. Squadra alla quale si affiancherà una task force, anche questa tecnica, in cui ci saranno rappresentanti di tutti i ministeri e anche degli enti locali. Ma la selezione dei progetti, conclude Conte, sarà innanzitutto "politica".