"Il dolore del ricordo è un dovere per chi rappresenta le Istituzioni, un vero e proprio monito cui dobbiamo ancorare il nostro presente”. Così il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che ha partecipato alla commemorazione dell’anniversario dell'eccidio di Carpi del 12 luglio 1944. Nel Campo di Fossoli furono trucidate 67 persone, provenienti da 27 province italiane. “Per questo essere qui – ha proseguito - testimonia che la Regione Emilia-Romagna non dimentica i valori di libertà e democrazia su cui è fondata la nostra Repubblica. E non dimentica i suoi martiri, le tante donne e i tanti uomini che nella nostra regione persero la vita avendo scelto di stare dalla parte della libertà e che contribuirono a fare di quei valori i pilastri delle nostre comunità".
Grazie alla legge regionale sulla Memoria del Novecento, e con finanziamenti di 4,5 milioni di euro, sono stati messi in campo interventi al Campo di Fossoli per realizzare un centro visitatori con un museo multimediale, un luogo di studio, un laboratorio didattico e uno spazio espositivo e per il recupero delle parti originarie della struttura. Nell’ex Campo si registrano circa 30mila visitatori all’anno, costituiti prevalentemente da studenti e gruppi di scuole, precisa una nota della Regione. “Conoscere la propria storia per non doverne rivivere i capitoli peggiori - sottolinea Bonaccini - è oggi tema quanto mai attuale. Nessun tentativo revisionista o negazionista può e deve avere spazio”.
Costruito nel 1942 dal Regio Esercito per imprigionare i militari nemici, nel dicembre del 1943, Fossoli fu trasformato dalla Repubblica Sociale Italiana in Campo di prigionia e dal marzo del 1944 diventa Campo poliziesco e di transito, utilizzato dalle SS tedesche come anticamera dei lager nazisti. I circa 5mila internati politici e razziali che passarono da Fossoli ebbero come destinazioni i campi di Auschwitz-Birkenau, Mauthausen, Dachau, Buchenwald, Flossenburg e Ravensbrück.