Il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, ha firmato un'ordinanza che vieta “la balneazione nello specchio d'acqua prospiciente gli stabilimenti balneari numeri 27, 28/A e 28 a partire da circa 51 metri dalla riva e fino a 200 metri dalla stessa”. Decisione conseguente all'apertura di un fascicolo per l'annegamento, il 24 giugno scorso, di un 69enne riminese in quelle acque, dovuto, secondo alcuni bagnini di salvataggio, ad una fossa profonda che si è formata – ma saranno le perizie a deciderlo – per i lavori in corso per le nuove fognature.
Ora, su quelle spiagge, c'è quindi un cartello di divieto. Una scelta definita “prudenziale” quella del Comune, “a seguito di rilievi della Capitaneria di porto in cui si evidenziano irregolarità nel fondale, in attesa di ulteriori verifiche”.
Un'amara soddisfazione per i famigliari della vittima, ma come raccontato dal figlio al Corriere Romagna “non volevo che accadesse ad altri quello che è successo a lui. Avrei preferito che quel cartello lo avessero messo prima”. I legali della famiglia, prosegue ancora il Corriere Romagna, hanno anche fornito, al pm Luca Bertuzzi, un supplemento di documentazione sull'incremento dei salvataggi in mare, in quello stesso tratto di mare, a partire dall'avvio del cantiere di Hera. Società che al momento preferisce non commentare.
Ci sarebbero dunque anomalie in mare, come confermato dal portavoce dell'Associazione marinai di salvataggio, Stefano Simoni, secondo cui “da quando c'è il cantiere marino i recuperi sono aumentati”. Se è o meno una coincidenza, saranno i report dei tecnici a deciderlo. Report che potranno anche essere utili alla procura per fare chiarezza sulla morte del 69enne.