Un emendamento alla manovra proposto dal Pd, approvato alla Camera ed al vaglio del Senato, ha portato alla levata di scudi degli albergatori e relative associazioni. Riguarda la possibilità di poter aumentare la tassa di soggiorno se vengono soddisfatti alcuni requisiti. Ne beneficeranno “solo 5 Comuni in realtà” precisa al Sole 24 Ore il sindacato di Novara, Alessandro Canelli, delegato Anci alla Finanza locale. “Il provvedimento, stando ai requisiti richiesti, autorizza l’incremento solo a Rimini, Venezia, Verbania, Firenze e Pisa. Bene, ma Anci chiede che anche comuni di più piccole dimensioni con un enorme flusso turistico, pensiamo a quelli sulla costa in estate, possano analogamente intervenire”.
Due i requisiti principali: essere capoluogo di provincia e aver avuto “presenze turistiche in numero 20 volte superiore a quello dei residenti”, facendo riferimento ai dati pubblicati dall’Istat nel triennio precedente all’anno in cui viene deliberato l’aumento dell’imposta. Necessaria inoltre una deliberazione del consiglio comunale ad hoc, che stabilisca criteri di gradualità in proporzione al prezzo della struttura alberghiera, attualmente, sino a 5 euro per notte di soggiorno. Il relativo gettito è destinato a finanziare interventi in materia di turismo; di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali; e relativi servizi pubblici locali.