Il Pd è unito e si ricompatta attorno al segretario Zingaretti che apre alla trattativa con i 5 Stelle proponendo un programma di cinque punti. Ossia appartenenza leale all'Unione europea, centralità del Parlamento, sostenibilità ambientale, cambio nelle politiche migratorie, svolta delle ricette economiche e sociali. Quindi niente Conte bis e una squadra tutta nuova.
I pentastellati, dal canto loro, si sono riservati di parlare solo dopo l'incontro con il Capo dello Stato che non intende aspettare molto: o Di Maio a breve annuncerà in maniera chiara, prima al presidente Sergio Mattarella e poi pubblicamente, la sua disponibilità a negoziare con il Pd o la strada del voto è tracciata. Il nome di Roberto Fico è gradito ai Dem ma rischia di spaccare il Movimento. E lo stesso presidente della Camera avrebbe comunicato la volontà di voler restare al suo posto. In ogni caso, entro l'inizio della prossima settimana, il Colle vuole avere il nome del futuro Presidente del Consiglio.
Matteo Salvini, che ieri ha riunito i deputati della Lega, prende le distanze dall'ex alleato: "Abbiamo idee che con il M5s non era possibile realizzare, a partire dalla flat tax". E su probabili intese con tutta l'area di centrodestra e con Berlusconi prende tempo: "Ora stiamo lavorando al programma. Prima aspettiamo le decisioni di Mattarella". E ancora: "Sono passati in una settimana dalla Lega a Renzi...Che stomaco che hanno!". Ma poi rilancia sulla Manovra anche per segnare la differenza con i due forse futuri alleati: "Gli altri in queste ore parlano di posti, di poltrone. Noi di Manovra, di come tagliare le tasse e aiutare gli italiani". E sulla legge di bilancio aggiunge: "L'abbiamo pronta, una manovra da 50 miliardi", annuncia davanti a Montecitorio.
Con l'arrivo della delegazione di Fratelli d'Italia ha preso il via al Quirinale il secondo giorno di consultazioni. Toccherà poi a Partito democratico e Forza Italia. Nel pomeriggio sarà la volta di Lega e Movimento Cinque Stelle. "Le elezioni sono l'unico esito possibile", ha affermato la Meloni. "Ho sentito Salvini – aggiunge - e penso che se si andasse al voto ci sarebbe sicuramente una compagine formata da Fratelli d'Italia e Lega, vedremo cosa farà Forza Italia, e sicuramente sarebbe già una forza maggioritaria".
La delegazione di Forza Italia, guidata da Silvio Berlusconi, era composta da Antonio Tajani e le due capigruppo, Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini. Al termine Berlusconi ha affermato: "L'esperienza appena conclusa dimostra che i progetti di governo si fanno con i tempi e con le idee compatibili, non dopo il voto ma prima. Quindi un governo non può nascere in laboratorio, se basato solo su un contratto".