"Quando la mia libertà mette a rischio la vita altrui, quella non è libertà", qui "sta il nodo del problema legato alle manifestazioni dei negazionisti in tutta Italia da cui scaturiscono gli interrogativi anche pratici. Ne pongo un paio: il Ministero dell'Interno e le Questure del Paese che autorizzano questi assembramenti verificano davvero non solo una generica liceità degli stessi ma la rispondenza agli articoli di leggi e decreti più o meno recenti in materia di salute pubblica?". Lo chiede il sindaco di Rimini Andrea Gnassi con particolare riferimento alla manifestazione di negazionisti e no-mask organizzata per il 24 ottobre a Rimini.
Dichiarazione che arriva all'indomani della richiesta alla ministra dell'Interno Lamorgese di vietare le manifestazioni dei negazionisti di Emma Petitti, presidente del consiglio regionale dell'Emilia-Romagna.
"Considerata - prosegue Gnassi all'ANSA- l'autorizzazione già concessa alla manifestazione di Rimini, come intende l'Autorità competente agire e disporre servizi per evitare che una assemblea in cui già si esplicita la violazione delle prescrizioni in materia di contrasto al Covid 19 non si trasformi in un cluster di diffusione pubblica del virus? Perché l'argomento, vista la delicatezza, non è stato discusso durante un Comitato provinciale per l'ordine pubblico e la sicurezza? Anche alla luce del nuovo DPCM, l'autorità delegata può considerare eventualmente la revoca dell'autorizzazione già concessa? Si sollecita il Ministero dell'Interno. Bene farebbe la Ministra Lamorgese a chiarire quantomeno le 'regole d'ingaggio', l'iter autorizzativo, gli obbligatori servizi d'ordine pubblico annessi all'autorizzazione per far rispettare le leggi in materia, comuni a tutto il territorio nazionale verso iniziative che, nel malinteso nome della libertà, rischiano di trasformarsi in libertà di contagio".