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Sparatoria a Villa Verucchio: la prova dello stub conferma la distanza ravvicinata

Si attendono gli esiti della perizia balistica e dell’autopsia, per stabilire con esattezza la dinamica degli spari e l’ordine in cui sono stati esplosi i colpi.

4 mar 2025
Villa Verucchio la sera in cui è avvenuta la sparatoria

Muhammad Sitta si trovava a distanza ravvicinata quando il maresciallo Luciano Masini ha aperto il fuoco. La conferma arriva dalla prova dello stub, effettuata dal RIS di Parma, che ha rilevato residui di polvere da sparo sugli indumenti del 23enne egiziano ucciso nella notte di Capodanno. Secondo i risultati dell’analisi, Sitta era all’interno della cosiddetta “nuvola dello sparo”, ossia a una distanza compresa tra i 30 centimetri e i 3 metri al momento in cui Masini ha esploso i colpi.

Il comandante della Stazione dei Carabinieri di Villa Verucchio, intervenuto per fermare l’accoltellatore che aveva già ferito quattro persone, aveva più volte intimato a Sitta di fermarsi. Il giovane, però, avrebbe continuato ad avanzare verso il militare brandendo il coltello, costringendo Masini a fare fuoco.

In totale sono stati esplosi 12 colpi con la pistola d’ordinanza Beretta: due hanno colpito il suolo prima di rimbalzare e ferire lievemente l’egiziano alle gambe, mentre altri cinque lo hanno raggiunto alla spalla destra, al torace e al capo, risultando fatali. L’inchiesta, che vede Masini indagato per eccesso colposo di legittima difesa – un atto dovuto secondo la Procura – è ancora in corso.

Si attendono gli esiti della perizia balistica e dell’autopsia, per stabilire con esattezza la dinamica degli spari e l’ordine in cui sono stati esplosi i colpi.





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