Tre persone sono state fermate durante la notte nell'ambito dell'indagine sulla strage della funivia Stresa-Mottarone. Secondo le indagini degli inquirenti il 'forchettone', ovvero il divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni che dovrebbero bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainante, non era stato rimosso. Un "gesto materialmente consapevole" secondo i pm, per "evitare disservizi e blocchi della funivia", che da quando aveva ripreso servizio, presentava "anomalie".
Entrata in funzione da circa un mese, dopo lo stop a causa della pandemia, la funivia del Mottarone "era da più giorni che viaggiava in quel modo e aveva fatto diversi viaggi", precisa il procuratore Olimpia Bossi. Interventi tecnici, per rimediare ai disservizi, erano stati "richiesti ed effettuati", uno il 3 maggio, ma "non erano stati risolutivi e si è pensato di rimediare". Così, "nella convinzione che mai si sarebbe potuto verificare una rottura del cavo, si è corso il rischio che ha purtroppo poi determinato l'esito fatale", sottolinea il magistrato, che parla di "uno sviluppo consequenziale, molto grave e inquietante, agli accertamenti svolti". Si sarebbe trattato "gesto consapevole" per evitare un blocco manutentivo.
Fermati nella notte e interrogati per oltre 12 ore, il proprietario della società che gestisce l'impianto Luigi Nerini, il direttore e il capo operativo del servizio hanno ammesso di non aver attivato volontariamente il freno. "C'erano malfunzionamenti nella funivia, - dichiara il tenente colonnello Alberto Cicognani - è stata chiamata la manutenzione, che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio, hanno scelto di lasciare la 'forchetta', che impedisce al freno d'emergenza di entrare in funzione".
Le indagini non sono finite. E non solo perché, con l'intervento dei tecnici, sarà necessario confermare quanto emerso dai primi accertamenti. La procura di Verbania intende infatti "valutare eventuali posizioni di altre persone". "Si è tutto accelerato nel corso del pomeriggio e di questa notte - conclude il procuratore lasciando la caserma -. Nelle prossime ore cercheremo di verificare, con riscontri di carattere più specifico, quello che ci è stato riferito", conclude parlando di "un quadro fortemente indiziario" nei confronti dei fermati. Persone che avevano, "dal punto di vista giuridico ed economico, la possibilità di intervenire. Coloro che prendevano le decisioni". E che, secondo gli sviluppi dell'inchiesta, non l'hanno fatto.
Nella tragedia della funivia del Mottarone domenica hanno perso la vita 14 persone, tra cui due bambini di due e cinque anni. I medici cercheranno di estubare stamani il piccolo Eitan, l'unico sopravvissuto. Il bimbo di 5 anni ha perso i genitori, il fratellino e i bisnonni.