Dopo l'arrivo in Italia il 25 novembre e il trasferimento nel carcere di Verona, è arrivato il giorno dell'interrogatorio per Filippo Turetta, reo confesso dell'omicidio dell'ex, Giulia Cecchettin. Queste tre notti le ha passate nel reparto protetti, che tutela i detenuti accusati di reati a “forte riprovazione sociale”, ed è stato sorvegliato a vista per scongiurare atti di autolesionismo.
Non ha ancora visto i genitori, come aveva chiesto, perché non era possibile prima dell'interrogatorio. Stamattina il gip di Venezia Benedetta Vitolo, assieme al pm Andrea Petroni, ha incontrato il 22enne nell'istituto penitenziario. Il resoconto dal suo avvocato difensore, Giovanni Caruso: con dichiarazioni spontanee al gip, Turetta ha confermato di aver ucciso l'ex, come ammesso alla polizia tedesca. Per il resto, non ha risposto alle domande. L'interrogatorio è durato solo 30 minuti e, prima di essere portato via, il reo confesso è scoppiato in lacrime.
Per Nicodemo Gentile, legale della famiglia Cecchettin, l'omicidio di Giulia è “aggravato dallo stalking. Turetta infatti – spiega – ha dimostrato di essere un molestatore assillante, come emerge da elementi da noi già raccolti, ed è connotato da condotte che descrivono fame di possesso”.