Uccise il vicino di casa sfondandogli il cranio con un bilanciere di ferro e lunedì pomeriggio la Corte di assise di Rimini lo ha condannato a 15 anni e 4 mesi di reclusione, oltre a 4 anni di libertà vigilata. Edi Zegarac, 54 anni originario della Slovenia, ma cittadino italiano, difeso dall'avvocato Massimiliano Orrù, non ha mai negato di aver ucciso, il 12 gennaio del 2022, il vicino di casa Nicola Donadio, 50 anni, originario di Chiaromonte (Potenza) padre di quattro figli piccoli. Anzi, Zegarac è reo confesso e sottoposto a consulenza medica è stato definito capace di intendere e volere con "una personalità disturbata".
I familiari di Donadio (i figli, i fratelli, il padre e l'ex moglie della vittima) assistiti dagli avvocati Stefano Caroli, Massimo Melillo e Federico Mancini, si sono costituiti parte civile nel processo e presenti in aula questo pomeriggio al momento della lettura del dispositivo, da parte del presidente della Corte, il giudice Fiorella Casadei, hanno fatto sentire tutto il loro disappunto su una sentenza che ritengono "troppo lieve per la morte di un uomo". Del resto il pm d'udienza, Davide Ercolani, entrato nel procedimento nell'ultima fase, questa mattina aveva chiesto l'ergastolo, considerando sussistenti le aggravanti di futili motivi e minorata difesa già contestate dalla Procura in udienza preliminare davanti al Gup. Il giudice, in quell'occasione aveva respinto, in virtù proprio delle aggravanti, la richiesta del difensore di avere un processo abbreviato con sconto di un terzo della pena, rinviando invece in Corte d'assise.
Oggi però la Corte, non riconoscendo alcuna aggravante, in virtù della riforma Cartabia, e tenendo presente la precedente richiesta di abbreviato dell'imputato, ha applicato il beneficio dello sconto di pena anche se c'è stato dibattimento. Senza sarebbe stato condannato a 22 anni di carcere.
Nicola Donadio e Edi Zegarac, al momento dell'omicidio erano due vite in un momento difficile. Nicola, dipendente dell'Hera, separato e con 4 figli, aveva avuto l'assegnazione dell'alloggio popolare. Edi disoccupato, con un passato di vessazioni in famiglia, aveva lavorato come operaio ma con scarsi successi economici. I due uomini, da tempo litigavano per sciocchezze finite anche in denunce. Un'escalation culminata la mattina del 12 gennaio 2022 quando l'assassino attendendo nel buio il rientro dal lavoro di Donadio lo colpì al cranio lasciandolo a terra in una pozza di sangue.