Tre anni li ha già scontati, ma dovrà farne altri 20 in carcere. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di Giovanni Laguardia che il 26 ottobre del 2020, a Rimini, uccise nel sonno la moglie, Vera Mudra, di 61 anni, con 18 colpi di martello.
L'uomo, ex idraulico, ha potuto beneficiare delle attenuanti generiche e non gli è stata contestata la premeditazione.
Non sono state accolte le richieste dei suoi avvocati di una nuova perizia; questa aveva infatti stabilito che Laguardia, ora 72enne, fosse nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali mentre colpiva con ferocia la donna. Richiesta rigettata in tutti e tre i gradi di giudizio.
Il femminicidio, avvenuto nel loro appartamento di via Pola, non è stato interpretato come un atto di rabbia scatenato da una lite, ma come un tentativo di impedire alla moglie di lasciarlo dopo la scoperta di un tradimento.