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Wwf: “Cambiare per salvare il Natale 2050”

Per l'organizzazione, il nuovo coronavirus, come altre pandemie, "è la conseguenza del nostro impatto sul pianeta”

25 dic 2020
Foto: @Luis Barreto / WWF-UK
Foto: @Luis Barreto / WWF-UK

"Questa pandemia, così come le altre zoonosi, è la conseguenza del nostro impatto sul pianeta”, così il Wwf in una nota. Le principali cause andrebbero cercate nella distruzione delle foreste dove i virus vivevano in equilibrio da millenni e mercati che espongono e commerciano animali selvatici vivi in precarie condizioni igieniche. 

E un freno al riscaldamento globale si fa urgente, rimarca l'associazione ambientalista. "Nel 2050 - continua il Wwf - se non agiremo con forza per contrastare la crisi climatica e, insieme ad essa, quella della biodiversità, potremo trovarci davanti ad un Natale ancora più duro”. Continuando con i modelli attuali di produzione e consumo di energia, farà sempre più caldo, anche in inverno, soprattutto sulle Alpi dove gli aumenti saranno di 1,5-2°C rispetto al periodo 1980-2010. “I ghiacciai italiani saranno fortemente ridotti e molti totalmente scomparsi", sentenziano. L'aumento delle temperature si accompagnerà poi ad un aumento del livello medio dei mari lungo le coste di almeno 7 centimetri entro il 2050, minacciando quelle più basse.

Nel frattempo, evidenzia il Wwf, caleranno le precipitazioni invernali in Sicilia ma aumenteranno fino al 24% sull'Arco Alpino, a causa dell'aumento delle giornate di pioggia intensa, fino al 30% in più sulle Alpi occidentali e sulla Pianura Padano-Veneta. Questo comporterà un aumento delle alluvioni e delle inondazioni in aree urbane, anche a causa del fatto che nel frattempo altri 1.500 chilometri quadrati di suolo saranno stati cementificati, aumentando così il rischio idrogeologico.

"Ma siamo ancora in tempo per salvare il Natale e il mondo che verrà. Per farlo - conclude il Wwf - sarà indispensabile utilizzare al meglio i fondi Next Generation Italia, ricordando che il capitale naturale è la vera base della nostra sopravvivenza e di quella dei nostri sistemi sociali ed economici". “Siamo noi umani – conclude - che dobbiamo cambiare".  



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