Anche quest'anno sono iniziate in un silenzio irreale le commemorazioni per l'11 settembre. Il rintocco di campana alle 8.46, quando il primo velivolo si schiantò contro le Torri Gemelle. Quanto accadde quel giorno avrebbe avuto effetti profondi sul quadro geopolitico globale, segnando irreversibilmente l'inizio del nuovo millennio. Ma fu innanzitutto una tragedia che toccò migliaia di famiglie, non solo americane. Fra le vittime anche il sammarinese Steven Giorgetti, che si trovava al World Trade Center, per un incontro di lavoro. Un 19esimo anniversario particolare, con gli Stati Uniti in grave difficoltà nel fronteggiare un altro disastro: la pandemia da Covid, che ad oggi ha provocato un numero di morti quasi nove volte superiore a quello degli attacchi terroristici. Nessun palco è stato allestito a Ground Zero; cerimonia ristretta ai parenti dei deceduti; mentre la lettura dei nomi di chi perse la vita è stata registrata e trasmessa in streaming.
Ma non è solo l'emergenza sanitaria, a caratterizzare queste commemorazioni; c'è anche un tessuto sociale lacerato, un clima di forti tensioni che accompagnano la sfida per la Casa Bianca. Nessuna stretta di mano, in questo giorno di lutto, fra i due sfidanti. In mattinata Biden era a New York, dove ha incontrato il vicepresidente Pence. Nelle stesse ore invece l'omaggio di Donald Trump al memoriale di Shanksville, in Pennsylvania, dove cadde uno dei quattro aerei dirottati da Al-Qaida, dopo che l'intervento dei passeggeri evitò che si schiantasse su Capitol Hill. “Veri eroi americani”, li ha definiti il Presidente in carica, che ha promesso una lotta senza quartiere ai “terroristi che minacciano” gli Stati Uniti.