I talebani hanno conquistano la prima capitale di una provincia, da quando hanno ripreso la loro offensiva in Afghanistan. Si tratta di Zaranj, importante centro commerciale nella provincia di Nimroz, nel sud-ovest, al confine con l'Iran. Lo hanno reso noto funzionari locali alla Bbc, anche se manca la conferma ufficiale. I talebani, dove aver conquistato molti distretti del Paese, dopo il ritiro delle truppe straniere, ora hanno preso di mira le città chiave, come Herat a ovest e Lashkar Gah a sud.
Una fonte governativa ha detto alla Bbc che i combattimenti sono ancora in corso intorno all'ufficio della Direzione nazionale della sicurezza. Mentre un portavoce della polizia di Nimroz ha affermato che i talebani sono riusciti a prendere il controllo della città a causa della mancanza di rinforzi da parte del governo. I ribelli avrebbero preso anche l'aeroporto. Le immagini pubblicate sui social media mostravano civili che saccheggiavano oggetti dagli edifici governativi. La cattura di Zaranj aumenterebbe lo slancio dei talebani, che negli ultimi mesi hanno lanciato una grande offensiva in tutto il Paese in concomitanza con il ritiro delle forze Nato. Oggi il direttore del centro di informazione e media dell'Afghanistan è stato assassinato dai miliziani talebani nella capitale, Kabul.
I talebani hanno inoltre chiuso il valico di Spin Boldak-Chaman con il Pakistan, uno dei principali al confine con l'Afghanistan. E non lo riapriranno fino a quando il governo pakistano non consentirà i movimenti transfrontalieri di cittadini afgani in possesso di documenti da rifugiati o carte d'identità afghane. "L'attraversamento rimarrà chiuso per auto e veicoli commerciali e anche per i pedoni", ha affermato il capo dei talebani di Kandahar Haji Wafa, aggiungendo che sarà riaperto in caso di rassicurazioni da parte del Pakistan sul movimento dei cittadini afghani. In seguito agli scontri tra l'esercito nazionale afghano e i talebani a Spin Boldak a metà luglio, il Pakistan aveva chiuso il valico, salvo poi riaprirlo.
L'inviato delle Nazioni Unite per l'Afghanistan ha chiesto ai talebani di "fermare" gli "attacchi contro le città", invocando un avvertimento "non ambiguo" da parte del Consiglio di sicurezza nei confronti dei ribelli. I paesi in contatto con i talebani devono avvertirli "che un governo imposto con la forza in Afghanistan non sarà riconosciuto", ha aggiunto Deborah Lyons in una riunione del Consiglio.
Il ministero della Difesa "conferma che sono pienamente in corso da giorni le attività per il recupero di ulteriori 391 interpreti afghani di cui sono stati verificati i requisiti di legge per entrare nel programma di protezione e accoglienza. Con l'operazione Aquila 1 dello scorso giugno 228 interpreti afghani sono stati già inseriti nel programma". Lo sottolinea lo stesso ministero, in una nota. Con l'operazione Aquila 2, "è stato predisposto, ed è già operativo - spiegano alla Difesa - un team rinforzato presso l'Ambasciata di Kabul dedicato ad agevolare le operazioni di recupero, di identificazione, rilascio di visti e passaporti, in collaborazione con il governo afghano, per il successivo arrivo in Italia, in sicurezza di ulteriori 391 interpreti". Le operazioni di verifica di possesso dei requisiti di legge sono "necessari a tutela dell'interesse nazionale e della sicurezza dei cittadini italiani". Inoltre, "le condizioni sul terreno - afferma il ministero della Difesa, facendo riferimento alla difficile situazione che sta vivendo l'Afghanistan - non consentono all'aeroporto di Herat la piena operatività, e questo potrebbe causare dei rallentamenti nelle operazioni. Il COVI - Comando Operativo di Vertice Interforze - è al lavoro per accelerare le procedure e garantire il rientro presumibilmente entro la fine del mese".