Le basi italiane della missione Unifil nel sud del Libano ancora prese di mira dall'esercito israeliano. L'attacco è avvenuto alla base 1-31 causando l'abbattimento di due muri di demarcazione. "I militari italiani non abbandoneranno la struttura", ribadisce il contingente italiano dell'Unifil all'Idf. "Non saremo mai noi che ci spostiamo perché qualcuno ci dice, con la forza, di spostarci”, sottolinea il ministro della difesa Guido Crosetto e informa di aver telefonato al ministro della Difesa israeliano Gallant, ribadendo che l'Italia fa parte di una missione internazionale. Interviene anche il ministro degli esteri Tajani: “Quanto accaduto – dice - è inammissibile”. La Francia si mobilita e convoca l'ambasciatore israeliano, mentre l'esercito di Tel Aviv annuncia aver avviato un esame approfondito.
Il terrore per un possibile allargamento del conflitto è sempre più palpabile. Da monito, a tal proposito, le parole del movimento giapponese Nihon Hidankyo, neo vincitore del nobel per la pace: “Gaza è come il Giappone 80 anni fa, lottiamo per un mondo libero dalle armi nucleari. Unico modo per costruire una pace vera e duratura.