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Brexit: per Corte Suprema sospensione Parlamento non è legale, premier Johnson va avanti

Uno schiaffo per Boris Johnson che non si dimetterà e aggiunge che il Regno Unito lascerà l'Ue il 31 ottobre

24 set 2019

Una sospensione “illegale” afferma lady Brenda Hale, presidente della Corte Suprema, durante il verdetto che ha bocciato il 'blocco' del Parlamento britannico fino al 14 ottobre, a ridosso della data per la Brexit. Pronuncia che rappresenta una sconfitta per il premier Boris Johnson, 'padre' della sospensione. I sostenitori del 'remain' e gli oppositori del Governo incassano una vittoria: i loro ricorsi sono stati accolti.

E' arrivato all'unanimità il verdetto della Corte che ha definito l'advice, cioè il “consiglio” di Johnson alla Regina per la sospensione, come immotivato e inaccettabile per la limitazione di sovranità e poteri del Parlamento. La Borsa londinese ha subito reagito alla notizia, con il listino in negativo e la sterlina in rafforzamento. Dall'opposizione, il leader laburista Jeremy Corbyn ha chiesto al premier di dimettersi, ma Johnson non ci sta.

“Vado avanti”, ha dichiarato in giornata, aggiungendo che il Regno Unito lascerà comunque l'Unione europea il 31 ottobre. Da Bruxelles poche parole. “Non sta a noi commentare le questioni costituzionali interne degli Stati membri”, ha affermato la portavoce della Commissione Ue. Intanto, dopo lo sblocco, domani riprenderanno i lavori alla Camera dei Comuni.


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