Massima allerta sul clima: da Glasgow all'appuntamento di Sharm el-Sheikh, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici stabilisce una nuova direzione per una nuova era di implementazione, partendo però da un dato negativo: solo 29 paesi su 194 in un anno si sono fatti avanti con piani nazionali più rigorosi. Promesse mancate che non dipendono completamente dal conflitto russo-ucraino. Serve un “Patto di solidarietà climatica fra Stati ricchi e Stati emergenti o sarà suicidio collettivo”. Così il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, in apertura del summit. Lo scenario infatti si preannuncia apocalittico: gli ultimi 8 anni sono stati i più caldi fra quelli registrati finora, alimentati da concentrazioni sempre crescenti di gas serra e dal calore accumulato nel mare. La temperatura media quest'anno è di circa 1,15 gradi sopra i livelli pre-industriali. Lo rivela il rapporto "Stato del clima globale nel 2022" dell'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), diffuso proprio in occasione dell'apertura della Cop27. “Che "tutti i governi tassino i profitti inattesi delle compagnie dei combustibili fossili" – esorta allora Guterres - e che questo denaro sia reindirizzato "alle persone che lottano con i prezzi crescenti di cibo ed energia e ai paesi che soffrono perdite e danni per la crisi climatica".
Primo vertice internazionale intanto per il Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, primo premier che torna in Egitto dal 2016, anno dell'uccisione di Giulio Regeni. E proprio il bilaterale di circa un'ora con il presidente egiziano, al Sisi segna il disgelo nei rapporti tra i due paesi. Obiettivo, riannodare i fili della diplomazia sui dossier più caldi: approvvigionamento energetico, rinnovabili, crisi climatica ed immigrazione. Meloni solleva doverosamente il tema del rispetto dei diritti umani e sottolinea la forte attenzione dell'Italia sui casi Regeni e Zaki, spiega una nota di Palazzo Chigi. Il Cairo conferma la volontà di collaborare. Nell'incontro con Guterres, poi, il Presidente del Consiglio ha confermato il pieno sostegno italiano alla mediazione dell'Onu in Libia. Quindi l'atteso discorso in plenaria inserito nel quadro dell’impegno italiano alla riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030 e del raggiungimento di emissioni zero entro il 2050.