Al netto delle previsioni apocalittiche, dell'amministrazione americana; vari analisti sono concordi nel ritenere come la Russia non abbia alcuna intenzione di invadere l'Ucraina, e che punti piuttosto ad un compromesso, riguardo all'espansione dell'apparato militare NATO nel suo estero vicino, sfruttando anche l'attuale braccio di ferro fra Washington e Pechino. Ma in questa situazione, con un numero considerevole di truppe ammassate ai confini, non è teoricamente da escludersi un incidente dagli esiti catastrofici. Da qui il forte attivismo diplomatico di Macron, che dopo l'incontro odierno con il suo omologo ucraino Zelensky, a Kiev, ha detto di avere ricevuto sia da lui – che dal presidente russo Putin, incontrato ieri al Cremlino, e con il quale sembra esservi un rapporto di reciproco rispetto - l'impegno a continuare il dialogo per attuare gli accordi di Minsk.
“Mi sembra che questa sia l'unica strada da percorrere oggi”, ha dichiarato l'inquilino dell'Eliseo, che detiene la presidenza di turno dell'UE. Al momento dunque il principale obiettivo sembra quello di garantire lo status quo, congelando l'escalation, e tenere in tempi brevi un vertice fra i Paesi del “Formato Normandia”. Fra questi la Germania, alla ricerca di una quadra fra l'esigenza di mantenere viva la strategica partnership energetica con la Russia, e la volontà di non irritare la Casa Bianca in merito alla proprio fedeltà al blocco atlantico. Da qui la visita del Ministro agli Esteri Baerbock nei pressi della linea di contatto nel Donbass, dove ha parlato di gravi conseguenze per la Russia, in caso aggressione. Ieri invece il faccia a faccia fra Scholz e Biden, che ha promesso la chiusura del Nord Stream 2, qualora venga invasa l'Ucraina. C'è unità sulle sanzioni da imporre, ha dichiarato dal canto suo il Cancelliere tedesco, pur non citando il gasdotto. Dettaglio che non è sfuggito ai commentatori.