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Crisi Ucraina: timidi segnali di “disgelo” fra Pentagono e Mosca

Proseguono intanto i combattimenti. A rischio accerchiamento migliaia di truppe ucraine nel Donbass; ma nell'oblast di Kharkiv si consolidano le riconquiste territoriali delle forze di Kiev

13 mag 2022

Un piccolo barlume di speranza, quanto fatto trapelare oggi dal Pentagono; che ha parlato di un colloquio telefonico fra il Ministro alla Difesa russo Shoigu e l'omologo statunitense Austin, con quest'ultimo a chiedere un rapido cessate il fuoco in Ucraina. Improbabile che ciò accada, nel breve periodo; ma è significativo l'aver ricordato l'importanza di preservare canali di comunicazione. Si è trattato infatti della prima chiamata, dall'inizio del conflitto.

Punta sul dialogo, intanto, l'Italia; intervenendo a margine del G7 in Germania il Ministro Di Maio ha insistito sulla necessità di aprire un tavolo negoziale “con la presenza degli attori internazionali più rilevanti”. Giornata caratterizzata, per il resto, da una sorta di muro contro muro tra Mosca e Bruxelles, che tramite il proprio Alto Rappresentante ha annunciato un ulteriore contributo all'Ucraina di mezzo miliardo di euro per l'acquisto di armi pesanti. Duro il feedback di Lavrov, ad avviso del quale l'UE si è trasformata in un “attore aggressivo e militante”. In apparenza un netto cambio di postura di Mosca, nei confronti dell'Unione; fino ad ora poco o nulla considerata. Mentre adesso vengono espressi “forti dubbi” sul fatto che il desiderio di Kiev di far parte dell'UE “sia innocuo”. Non un buon viatico ad eventuali, future, trattative di pace. Al momento comunque molto lontane, vista la situazione di incertezza sul campo.

Ai successi ormai consolidati della controffensiva ucraina, ad est di Kharkiv, fa da contraltare la lenta – ma costante – avanzata russa nel Donbass: dove l'obiettivo – dopo la conquista di centri strategici come Popasna e Rubizhne - è l'accerchiamento delle migliaia di truppe di Kiev confluite nei bastioni di Severodonetsk e Lysychansk. Se non opteranno per uno sganciamento ad ovest, la prospettiva è quella di sanguinosi combattimenti urbani, come avvenuto a Mariupol. Martellante l'azione dell'artiglieria, da una parte e dall'altra. Decisivo il fattore tempo; così come l'arrivo di altre forniture militari dall'Occidente; da qui i continui strike russi su linee ferroviarie e centri di stoccaggio.





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