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Dossier Ucraina: NATO, “il rischio di un conflitto è reale”

Resta alta, intanto, la tensione in Kazakistan; annunciata tolleranza zero verso i rivoltosi

7 gen 2022
Dossier Ucraina: NATO, “il rischio di un conflitto è reale”

L'auspicio è che l'incontro NATO-Russia, del 12 gennaio, possa evitare una escalation militare in Ucraina. In vista del vertice si è tenuta oggi una riunione dei Ministri degli Esteri dei Paesi dell'Alleanza Atlantica. “Il rischio di un conflitto è reale”, ha dichiarato il segretario generale Stoltenberg, che ha nuovamente stigmatizzato “l'ammassamento di truppe” russe al confine. Apertura - comunque - al dialogo; e mercoledì, sul tavolo, vi saranno le “garanzie di sicurezza” richieste dal Cremlino, in particolare l'assicurazione che Kiev non entri mai a far parte della NATO: eventualità che priverebbe Mosca di ogni residua profondità strategica ad occidente, esponendola direttamente a potenziali azioni ostili. Il rischio che la situazione possa sfuggire di mano è insomma concreto. Eloquente la posizione di Edward Leigh: deputato di maggioranza di un Paese di certo non amico della Russia, come il Regno Unito. L'ipotetico ingresso dell'Ucraina nel blocco Nord Atlantico – ha detto - rappresenterebbe “una provocazione pericolosa e non necessaria”.

Fibrillazioni geopolitiche che hanno un impatto diretto sul prezzo del gas in Europa; così come l'attuale crisi in Kazakistan: dossier in un qualche modo collegato, secondo alcuni, alla strategia di massima pressione sul Cremlino. Ma al netto di ogni speculazione appare reale il malcontento di ampie fasce della popolazione kazaka, specie delle periferie. Il Presidente Tokayev, intanto, dopo le aperture dei giorni scorsi – come il ripristino del prezzo calmierato del gpl –, ha optato per la linea dura. “26 criminali armati” sono stati eliminati, ha annunciato il Ministero degli Interni. Tutto ciò dopo l'assalto ad edifici governativi, e l'uccisione di più di una dozzina di agenti delle forze dell'ordine. Scenario da guerra civile, che aveva indotto le Autorità a richiedere l'intervento delle truppe dell'Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva: composta da 6 ex repubbliche sovietiche, guidate dalla Russia. Secondo Mosca, infatti, sarebbero stati anche interventi dall'esterno a far degenerare le proteste contro il carovita. Washington, dal canto suo, ha definito “folli” le accuse circa un proprio coinvolgimento.





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