Scenari sempre più cupi in Medio Oriente. In una breaking news della CNN si parla dell'uccisione di 3 soldati americani, in Giordania; e ciò a seguito di un attacco con droni ad un avamposto nei pressi del confine con la Siria. Segnalato anche il ferimento di due dozzine di militari. È la prima volta, dall'inizio della crisi, che una simile azione produce un impatto così devastante su una base statunitense. Biden ha subito puntato il dito contro le milizie filo-iraniane presenti nell'area; “chiederemo conto a tutti i responsabili nel momento e nel modo che sceglieremo”, ha aggiunto. Imprevedibili, a questo punto, le conseguenze. Fino ad ora la Casa Bianca aveva sempre operato per scongiurare un coinvolgimento diretto nell'escalation. Da non escludere, però, alla luce di quanto accaduto, una rappresaglia contro Teheran.
Evento dunque di estrema gravità, in un quadrante già dilaniato dal conflitto: dal Mar Rosso al Libano. Ma l'epicentro resta Gaza; con durissimi combattimenti – in questa fase – a Khan Younis. Stando ai bollettini quotidiani dell'esercito israeliano parrebbe ormai prossimo l'annichilimento dei gruppi armati nella Striscia. Sul campo tuttavia la situazione potrebbe essere decisamente più complessa. Quanto riportato in un recente articolo del Wall Street Journal, infatti, difficilmente si concilia con la prospettiva di una vittoria imminente di Tsahal. Dopo 114 giorni di combattimenti si ipotizza infatti un 80% di tunnel ancora intatti. Senza contare la crescente pressione internazionale per l'elevato numero di vittime: 26.422, secondo l'ultima stima diffusa da Hamas. Se questo è il quadro, non stupisce la ricerca di un negoziato. E la conferma verrebbe dall'incontro – previsto in serata, a Parigi – fra il capo del Mossad, il direttore della CIA, il Premier del Qatar ed il responsabile dell'intelligence egiziana. Sul tavolo – a quanto pare – una sospensione della guerra di 2 mesi, in cambio del rilascio di oltre 100 ostaggi ancora detenuti a Gaza. Una sintesi delle proposte avanzate negli ultimi giorni dai due belligeranti, insomma. Fonti israeliane – citate da Canale 12 – avrebbero tuttavia ridimensionato le attese; sottolineando come il maggiore ostacolo sia la richiesta di Hamas di uno stop definitivo del conflitto, con il ritiro delle truppe israeliane. Complicata, dunque, la ricerca di un'intesa; anche alla luce di quanto avvenuto oggi al confine siro-giordano.