Da un punto di vista geopolitico la notizia forse più rilevante della settimana è la decisione della Commissione UE di congelare gli sforzi per giungere alla ratifica dell'accordo sugli investimenti concluso a fine 2020 - su forte spinta della Merkel - con Pechino. Alcuni analisti l'hanno definito il primo vero successo dell'amministrazione Biden, impegnata a contenere l'espansione cinese riallineando il “fronte europeo”. E' in quest'ottica che deve essere letta anche la dichiarazione congiunta, che ha chiuso i lavori della prima riunione in presenza dei Ministri degli Esteri del G7, a Londra.
Dialettica da guerra fredda nel condannare Russia e Repubblica Popolare; cui si imputano – fra le altre cose - violazioni dei diritti umani, destabilizzazione e disinformazione. E se il Cremlino - abituato ormai alle accuse choc del nuovo presidente statunitense – non ha ritenuto opportuno rispondere, diversa è stata la reazione di Pechino, che ha parlato di “grossolana interferenza” nella sovranità del Paese, e di accuse che vanno contro la pace e lo sviluppo.
Ma ciò che ha più colpito – rispetto all'”era Trump”, caratterizzata da un primato del “bilateralismo” - è stata la compattezza, sulla linea di Washington, mostrata dai Paesi del “Gruppo dei 7”. Due dei quali, tuttavia, su un'altra questione, sono ormai ai ferri corti. Inquietante la prova di forza tra Francia e Regno Unito nel canale della Manica, per una disputa riguardante gli accordi sulla pesca. Strascichi della Brexit: dossier sul quale, però, il Premier britannico Johnson sta costruendo la propria fortuna.
Dopo le previsioni circa un forte rimbalzo dell'economia nel 2021; risultati incoraggianti – per i Conservatori – nel voto amministrativo, mentre è in corso lo spoglio. Milioni di italiani con il fiato sospeso, nel frattempo, per la possibile pioggia di detriti di grandi dimensioni – forse nella notte -, dovuta alla caduta incontrollata del secondo stadio del razzo cinese “Lunga Marcia 5B”. 9 le Regioni in allerta.