“Victoria's Secret ha dichiarato fallimento. Proprio come il Cirque du Soleil. Zara ha chiuso 1.200 negozi. Nike si prepara per la seconda fase di licenziamento. Il fondatore di Airbnb ha detto che a causa della pandemia, 12 anni di sforzi sono stati distrutti in 6 settimane. Starbucks ha annunciato una chiusura permanente di 400 negozi. E la lista continua... Cinque mesi di pandemia hanno creato molti debiti e decine di migliaia di imprese sono fallite. Se l'impresa in cui lavori resiste, senza tagli né licenziamenti, trattala bene e così anche i tuoi clienti. Nel 2020 si tratta di sopravvivere: Metti da parte le lamentele quotidiane e sii grato per quello che hai.”
Gira già da qualche mese, sui social, questo messaggio virale. L’accusa è chiara: La pandemia ha intaccato anche l’economia. Non solo l’economia casalinga. Ad essere colpite sono anche le multinazionali. Una denuncia di una crisi a livello mondiale. Le aziende citate nel messaggio, infatti, hanno negozi sparsi per il mondo. Ma quanto c’è di vero in quel testo? I messaggi virali, è noto, spesso generano fake news, mettendo sulla bocca di tutti notizie non verificate. In questo caso, però, pare esserci un fondo di verità.
La nota catena di abbigliamento spagnola, Zara, effettivamente ha annunciato di chiudere negozi in tutto il mondo, puntando a incrementare le vendite online. La Inditex, infatti, proprietaria oltre al marchio Zara, anche di, Bershka, Pull & Bear e Massimo Dutti assorbirà tra i 1000 e i 1200 negozi, principalmente i più piccoli: le chiusure saranno soprattutto in Asia e in Europa. La rimodulazione però, stando a quanto riporta La Stampa, prevede anche l'apertura di 450 nuovi punti vendita.
Anche il circo più famoso al mondo, a causa del lungo periodo di inattività dovuto all’epidemia ha dichiarato fallimento. Secondo quando riporta Il Post il Cirque du Soleil aveva dovuto sospendere 44 spettacoli in decine di città, lasciando senza lavoro il 95 per cento dei suoi dipendenti, poco meno di 5mila persone. Ma il coronavirus è stato soltanto il colpo di grazia, perché già prima della pandemia non se la passava particolarmente bene.
Cattive notizie anche dalla nota catena di lingerie Victoria’s Secret: già l’anno scorso, ancor prima del covid, aveva annunciato che non ci sarebbero state più sfilate. A causa della pandemia poi, ha chiuso i negozi del Regno Unito, dove lavoravano 800 dipendenti.
Pure lo sport ha risentito del covid e, di conseguenza, i brand di abbigliamento e articoli sportivi. Secondo quanto riporta Linkiesta la Nike aveva annunciato che nel trimestre concluso a maggio le vendite globali erano crollate del 38% rispetto a dodici mesi fa, con una perdita di 790 milioni di dollari che fa impressione, soprattutto se paragonata ai 989 milioni di dollari di profitto registrati lo scorso anno.
Anche il settore di viaggi e vacanze è stato messo in ginocchio. La piattaforma AirBnb a maggio aveva detto di dover tagliare il proprio personale del 25%: 1.900 persone su 7.500.
Serrande abbassate anche per una catena tra le più note caffetterie al mondo. Starbucks ha annunciato di chiudere 400 sedi in Canada e negli Stati Uniti. Ma se chiudono gli store tradizionali, ha annunciato, altri dedicati solo al delivery e all'asporto, senza posti a sedere, per favorire il distanziamento, ne verranno aperti.